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BRUXELLES - Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, si è detto «molto fiero» del servizio dei portavoce della Commissione Ue, sottolineando che hanno «tutti la mia fiducia e il mio appoggio. Ci sono talvolta persone che non capiscono un'istituzione originale come la Commissione europea», ha aggiunto rispondendo a una domanda diretta sulle critiche di Silvio Berlusconi alla comunicazione della Commissione Ue.
POLEMICHE - Barroso ha in pratica accolto l'invito rivoltogli due giorni fa da Martin Schulz, presidente dei socialisti e dei democratici all'Europarlamento, che aveva chiesto un suo intervento (e quello della presidenza di turno svedese dell'Ue) dopo le parole di Berlusconi, il quale aveva minacciato «di bloccare tutto»
se i portavoce dei commissari europei avessero continuato a intervenire pubblicamente, come per la richiesta di «chiarimenti» all'Italia dopo il respingimento in Libia di immigrati eritrei e somali che avrebbero avuto il diritto di chiedere asilo politico. Il presidente del Consiglio aveva chiesto che fosse solo Barroso autorizzato a parlare a nome dell'Ue.
CASO - Il caso sembrava archiviato, ma mercoledì il commissario agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia aveva chiesto scherzosamente (ma non troppo) a chi doveva chiedere il permesso per parlare. Barroso ha spiegato di non ritenere che ci sia altra istituzione che «si metta ogni giorno a incontrare la stampa per riferire sulle questioni più varie, tecniche o politiche. Farò sempre in modo di comunicare lealmente con le altre istituzioni europee e con i governi democraticamente eletti dai loro cittadini», ha aggiunto. Barroso ha rivendicato il diritto-dovere dei portavoce di parlare e si è detto «intransigente difensore» della Ue.
Fonte: Il corriere.it
POLEMICHE - Barroso ha in pratica accolto l'invito rivoltogli due giorni fa da Martin Schulz, presidente dei socialisti e dei democratici all'Europarlamento, che aveva chiesto un suo intervento (e quello della presidenza di turno svedese dell'Ue) dopo le parole di Berlusconi, il quale aveva minacciato «di bloccare tutto»
se i portavoce dei commissari europei avessero continuato a intervenire pubblicamente, come per la richiesta di «chiarimenti» all'Italia dopo il respingimento in Libia di immigrati eritrei e somali che avrebbero avuto il diritto di chiedere asilo politico. Il presidente del Consiglio aveva chiesto che fosse solo Barroso autorizzato a parlare a nome dell'Ue.
CASO - Il caso sembrava archiviato, ma mercoledì il commissario agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia aveva chiesto scherzosamente (ma non troppo) a chi doveva chiedere il permesso per parlare. Barroso ha spiegato di non ritenere che ci sia altra istituzione che «si metta ogni giorno a incontrare la stampa per riferire sulle questioni più varie, tecniche o politiche. Farò sempre in modo di comunicare lealmente con le altre istituzioni europee e con i governi democraticamente eletti dai loro cittadini», ha aggiunto. Barroso ha rivendicato il diritto-dovere dei portavoce di parlare e si è detto «intransigente difensore» della Ue.
Fonte: Il corriere.it
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